Scheda Tecnica
Comune: Iglesias
Regione: Iglesiente
Estrazioni minerali principali: piombo e zinco
Altimetria media: 40 - 100 metri
Proprietà: pubblica
Itinerario: Masua si può raggiunge da Nebida e da Iglesias percorrendo una spettacolare panoramica. Munirsi di cartina topografica per raggiungere il villaggio minerario, che si trova ai piedi delle pareti calcaree.
Il villaggio minerario: è contraddistinto da alte costruzioni, dalle facciate semplici, racchiuse da una rigogliosa macchia mediterranea. Il tutto è circondato da solide pareti di roccia calcarea. Il villaggio minerario è costituito, oltre che dalle abitazioni, da una piccola e graziosa chiesetta, situata al centro e posta in rilievo, dal circolo dei lavoratori, dall’ufficio direzionale e dall’infermeria. A 15 metri sopra il mare si può ammirare il portale di Porto Flavia, davvero suggestivo.
Il percorso storico della miniera: Tra le candide falesie di Masua è sorta e si è sviluppata l’attività estrattiva del piombo, dell’argento e dello zinco.
Nel 1813 il sacerdote Don Carlo Negretti raccolse nella zona tanti minerali davvero particolari. Si succedettero a lui altri ricercatori ed esploratori.
Nel 1859 fu concesso il diritto di ricerca alla Società Anonima delle Miniere di Montesanto che fece costruire alcune gallerie e una fonderia, iniziavano così i lavori di scavo. Il minerale estratto era costituito da galena e da calamina e si presentava in enormi massi facilmente coltivabili. Dalla lavorazione si otteneva il piombo, che veniva impiegato nell’impianto metallurgico.
Durante la gestione di due noti imprenditori, Francesco Calvo e l’ing. Scarzella, venne costruita una piccola ma efficiente laveria meccanica. Attorno alla fonderia sorse presto un piccolo villaggio costituito da basse e graziose casette di pietra.
Nel 1884 l’intera miniera passò sotto l’effettivo controllo della Società Montesanto, Masua divenne in poco tempo una delle maggiori miniere dell’isola contando un numero elevato di operai e un’ottima produzione di zinco e piombo.
Nei primi anni del secolo scorso si registrò un calo a causa della precaria condizione finanziaria della Montesanto, che fu costretta a cedere la miniera.
Nel 1910 ne assunse il controllo la Società Anonima delle Miniere di Lanusei, che potenziò il motore di un organo elettrica che si collocava su un pozzo e permetteva una più svelta attività estrattiva.
Il primo conflitto mondiale portò via dalle miniere le maestranze. Questo provocò un rallentamento della produttività a causa delle difficoltà che si verificarono nel reperire nuovi addetti per le precise mansioni.
Durante il dopo guerra si verificò un aumento dell’attività mineraria, che in pochi anni portò però ad una dura constatazione: il ricco giacimento era ormai esaurito.
Un po’ più a nord si trovava il ricco giacimento Tacconis, appartenente alla società belga Vieille Montagne che, negli anni Venti, assunse il controllo della miniera di Masua.
L’opera più importante della società belga fu la costruzione dell’originale Porto Flavia, progettato dall’ingegner Cesare Vecelli.
Negli anni Trenta si verificò una crisi che provocò il parziale fermo dell’attività, seguirono numerosi licenziamenti.
Intorno agli anni Quaranta la società belga fu costretta a cedere la miniera, ormai caduta in una profonda crisi, alla Sapez.
Dopo il secondo conflitto mondiale, l’attività estrattiva riprese a ritmi molto graduali, solo grazie alle nuove ricerche e all’unificazione della miniera di Masua con la vicina miniera di Nebida ripresero i lavori.
Masua si affermò nelle fasi di trattamento dei minerali dopo una serie di modifiche agli impianti, infatti, nei primi anni Cinquanta venne costruito un moderno impianto di flottazione. Qualche hanno dopo venne eretta una galleria di greggio lunga 12 km denominata Ornella che, efficientissima per il trasporto del materiale estratto, collegava tra loro Acquaresi, Nebida e Masua. Inoltre gli impianti esterni vennero dotati di moderni sistemi di controllo. Successivamente molte attività furono spostate a Campo Pisano, mentre l’estrazione continuava solo ad Acquaresi.
Nel 1991 furono fermati i pochi impianti sul mare, ancora attivi, e chiuso definitivamente il cantiere.
Scogliere, falesie, limpidi tratti di costa e fitta vegetazione fanno di questo scorcio di terra e del villaggio minerario un tesoro.
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