Percorso Storico Minerario: Il Medioevo |
Dopo il mille l’isola si rinnovò grazie ai Giudicati di Pisa e Genova che avevano un acceso interesse per le attività estrattive. Nel 1200, con l’arrivo del conte Ugolino della Gherardesca, fu costituita un’importante città, Villa di Chiesa, che divenne in pochi anni uno dei maggiori centri dell’isola e il più importante del Sulcis Iglesiente.
La città, sorta in un’area particolarmente favorevole e ricca di risorse minerarie ricoprì il ruolo d’importante produttrice d’argento. Circondata da possenti mura pisane prende poi il nome di Iglesias.
L’attività di scavo si svolgeva in zone precise chiamate Montagne, mentre le Fosse erano appunto gli scavi.
Vi erano ruoli ben definiti per gli addetti all’attività estrattiva, come: il Maestro di Fossa, che dirigeva i lavori ed era aiutato dallo Scrivano di Fossa, un contabile che registrava tutte le operazioni. L’autorità principale era rappresentata dal Camerlenghi. Il minerale assumeva la denominazione di Vena e veniva estratto nei Canali, che erano una sorta di gallerie, e nei Bottini, vale a dire i pozzi. Gli attrezzi per lo scavo venivano chiamati Guscierno, il materiale veniva trasportato all’esterno della cava dai Bogaioli e lavato nei torrenti appositi. L’ultima fase dell’attività estrattiva riguardava il passaggio dei materiali in fonderia. Questi venivano poi venduti ai Guelchi. L’utile delle vendite veniva ripartito in diverse quote azionarie denominate Trente. Le trente erano possedute da tutti i soci della Fossa.
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