Domusnovas è uno fra i più grandi centri dell’Iglesiente: situato nella valle del Cixerri, ai piedi del Marganai, si trova a 152 m s.l.m. e conta 6.790 abitanti distribuiti su un territorio di 80,47 kmq. Il nome del paese ricorda la genesi del borgo attuale e l'antica Villanova, fondata attorno all’anno mille dai Karalenses.
I primi insediamenti umani risalgono invece al Neolitico quando, tra il 2.800 e il 1.800 a.C, Domusnovas era un punto strategico molto importante, testimoniato dalla presenza di un nuraghe fra i più grandi dell’isola, con torre centrale arcaica inserita in un bastione a più torri, che sorge tra il rio S. Giovanni e il monte Acqua, ricco di sorgenti.
Durante le dominazioni dei Fenici, dei Cartaginesi e dei Romani il territorio venne intendamente sfruttato perché ricco di piombo argentifero, estratto dalle miniere di Barraxiutta e Sa Duchessa. Nel medioevo il piccolo centro faceva parte del giudicato di Cagliari, nel XIII secolo passò sotto la dominazione pisana e venne governato da Guelfo della Gherardesca, figlio del conte Ugolino. Sotto il suo dominio Domusnovas divenne il più importante centro minerario dell’Iglesiente. Nel 1324 entrò a far parte del Regno di Aragona.
Fino al primo dopoguerra l’economia principale del paese era rappresentata dallo sfruttamento minerario, ora la sua economia è basata principalmente sull’agricoltura. La gastronomia della zona propone, in autunno, ottimi funghi, squisita selvaggina e ottima frutta; molto rinomato è anche il pane.
Il territorio, di natura calcarea, è ricco di grotte; la più nota è quella di S. Giovanni, che dista 3 km dal paese. ed ha la particolarità di poter essere attraversata grazie a una strada carreggiabile. Altre grotte di inestimabile bellezza sono l’Abisso Paradiso e la Voragine della Rana.
Importanti manifestazioni culturali si svolgono per la festa patronale di S. Maria Assunta, che si svolge il 15 agosto, a cui è legata la sagra conosciuta col nome “Su Carru de Sa Linna” e per la sagra di S. Giovanni, che si festeggia il 24 giugno nel santuario campestre presso la grotta omonima e prevede una solenne processione guidata da antichi carri trainati da un giogo di buoi, “is traccas”. Di grande interesse è l’artigianato, soprattutto per i lavori di tessitura tradizionale.
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